Sanità pubblica ed emergenza liste di attesa: il Consiglio Comunale di Melfi vota compatto nel chiedere al Governo Regionale di rispettare gli impegni presi con i cittadini e le strutture accreditate

Unità di Crisi: la “casa comune della salute pubblica” brucia e bisogna spegnere subito l’incendio, non c'è altro tempo da perdere

Durante il Consiglio Comunale aperto di Melfi, con oggetto “Ospedale di Melfi e rete territoriale socio sanitaria”, che ha visto la presenza dell’assessore Fanelli, del nuovo direttore dell’ASP, dr. Maraldo, e del direttore del San Carlo, Spera, oltre che di numerosi consiglieri regionali, sindaci del Vulture Melfese e Alto Bradano, rappresentanti sindacali, operatori sanitari e cittadini, si è parlato inevitabilmente della questione della crisi delle strutture sanitarie accreditate che accentua le difficoltà dell'assistenza territoriale. Il problema, che si trascina ormai da un anno, ha prodotto  l'aumento delle liste di attesa (meglio chiamarle “ritardi nelle cure”) che sta portando i cittadini lucani all’esasperazione e alla disperazione, costringendo in troppi casi addirittura a rinunciare del tutto a curarsi. 

Anche in questo caso, ascoltate ed approfondite le argomentazioni del portavoce dell’Unità di Crisi, Michele Cataldi, che ha preso la parola per illustrare la situazione, tutti i consiglieri comunali, sia di maggioranza che di minoranza, al termine dell’assemblea hanno votato all’unanimità un ordine del giorno in cui, fra le le altre cose, è scritto “d’impegnare il Sindaco e la Giunta Municipale [...] a riportare le preoccupazioni dell’intero Consiglio Comunale e del territorio nelle sedi istituzionali competenti del Consiglio Regionale ed in modo particolare a chiedere al Presidente della Giunta Regionale la convocazione con urgenza di un tavolo di confronto con l’Unità di Crisi Sanitaria per realizzare la possibile soluzione della vicenda”.

Si tratta dell’ennesima dimostrazione che quando si tratta di salute non si può essere divisi. La tutela del diritto alla salute dei cittadini, così come è stato ribadito dal portavoce Cataldi, non ha distinzioni di colore politico e il dialogo trasparente con le istituzioni è fondamentale. Non si può non essere d’accordo sulle argomentazioni e le necessità espresse dall’Unità di Crisi che, come annunciato durante l’assemblea, presenterà pubblicamente ai consiglieri regionali, una soluzione semplice ed immediatamente attuabile che potrà finalmente porre fine a questa vicenda, restituendo dignità e speranza  a operatori delle strutture sanitarie accreditate e servizi essenziali ai cittadini.

L’intervento del portavoce dell’Unità di Crisi non si è limitato alla questione in questo momento più urgente della vertenza delle strutture sanitarie accreditate, che se venisse risolta aiuterebbe concretamente ad impattare positivamente sulle liste di attesa e a liberare energie e risorse per migliorare il SSR. Ha anche analizzato, infatti, i motivi profondi che hanno portato a questa situazione, evidenziando come le liste di attesa, la mobilità sanitaria passiva, la mancanza dell’analisi dei fabbisogni e della programmazione sanitaria, assieme ad un’inesistente integrazione razionale e sinergica del comparto della specialistica accreditata con la rete ospedaliera, siano tutti elementi strettamente correlati fra loro. 

Ragionando in termini di efficacia e di priorità, per far sì che l’incendio si spenga e poi si lavori affinché non ne divampino più, bisogna innanzitutto utilizzare tutte le risorse che sono disponibili e non ancora utilizzate. L'obiettivo dovrebbe essere di ridurre le liste di attesa e in concomitanza fare un censimento dei fabbisogni sanitari, senza il quale non è pensabile di poter fare una programmazione degna di questo nome.

La proposta dell’Unità di Crisi che verrà presentata ai consiglieri permetterà di agire proprio su questi aspetti e salvare così l’impianto dei concetti fondamentali dell’art. 10 della legge di Bilancio 2023 (il cosiddetto “salva sanità e salva lucani”) su cui da alcuni sono stati paventati presunti rischi di incostituzionalità.

Al termine del suo intervento, Cataldi ha posto l’attenzione sul fatto che fra i pazienti prenotati tramite CUP, il 15-20% non si presenta agli appuntamenti e che se si agisse nel diminuire questa percentuale, assieme ad un miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva, si potrebbero ridurre le liste di attesa di oltre il 30% senza necessità di impegnare ingenti risorse economiche. Se poi si aggiungessero prestazioni attraverso le strutture accreditate, il problema sarebbe pressoché risolto.

Ricapitolando, gli ingredienti di una ricetta che può impattare sull’intero SSR riducendo le liste di attesa sono: razionalizzazione delle risorse destinate alla specialistica ambulatoriale accreditata; azioni proattive per ridurre il tasso di no-show dei pazienti e maggiore appropriatezza prescrittiva; censimento dei fabbisogni e programmazione sanitaria, da cui maggiore sinergia e ottimizzazione tra rete pubblica e strutture specialistiche accreditate. Sono questi gli elementi per migliorare i servizi e, di conseguenza, far diminuire l’emigrazione sanitaria. Questi interventi aprirebbero così la strada per un SSR lucano più attrattivo per le persone provenienti da altre regioni, il che consentirebbe di avere maggiori risorse economiche per migliorare ulteriormente i servizi.

Sicuramente, va dato merito al sindaco di Melfi e a tutti i consiglieri comunali per l’attenzione data sin dall’inizio alla questione delle strutture accreditate. Infatti, l’area del Vulture Melfese - Alto Bradano è stata fortemente colpita dal ridimensionamento delle attività in accreditamento del poliambulatorio Polimedica che risiede proprio a Melfi. Questo è un segnale importante per la giunta Bardi e i consiglieri regionali. Ricordiamo, inoltre, che sul tema, proprio a Melfi, nei mesi scorsi c’è stata un'importante manifestazione a cui parteciparono tutti i sindaci e i rappresentanti politici dei comuni dell’area, a prescindere dall’appartenenza politica; proprio a rimarcare la centralità della questione per cittadini e istituzioni locali. Da Melfi quindi l'appello al Consiglio Regionale e al Presidente Bardi è nuovamente rinvigorito.