Liste di attesa-ritardi nelle cure: Michele Cataldi riscrive al Ministro della Salute Schillaci

“Le ormai lunghissime e non più accettabili liste di attesa stanno creando disagio e sofferenza ai cittadini”

“A distanza di tre mesi, con enorme imbarazzo e non più reprimibile sconforto, torno a scriverle. Questa volta non solo in veste di portavoce dell’Unità di crisi sanitaria Basilicata che, le rammento brevemente, trattasi di un comitato nato ad agosto del 2022, con l’obiettivo di risolvere la grave crisi sanitaria che ha colpito pesantemente le strutture sanitarie accreditate lucane e, contestualmente, i cittadini della nostra Regione che, a causa della mala gestio burocratica, hanno visto il loro diritto alla salute venire compromesso gravemente. Ma anche in veste di cittadino e a nome dei pazienti lucani che, nel corso di questi tre mesi, hanno visto peggiorare ulteriormente la situazione delle liste di attesa in Basilicata, nonostante i molti appelli e i suoi diretti e sferzanti inviti ai governatori regionali ad utilizzare con raziocinio e celerità i fondi aggiuntivi disposti dal suo Ministero”.

Così il portavoce dell’Unità di crisi sanitaria Basilicata Michele Cataldi, in una lettera inviata al ministro della Salute, Orazio Schillaci. “Non è intenzione mia, né del comitato che rappresento, fare inutili polemiche o vuote lamentazioni, o puntare il dito contro chicchessia - spiega Cataldi - ma esclusivamente descriverle quella che è l’attuale e paradossale situazione sanitaria in Basilicata inerente le ormai lunghissime e non più accettabili liste di attesa che stanno creando disagio e sofferenza ai cittadini. Ciò che ha contraddistinto l’operato e l’iniziativa dell’Unità di Crisi è di essersi concentrata verso la pars construens, sempre, nonostante l’ostracismo e l’ottusità dimostrata da una parte della burocrazia e, a volte, anche la mancanza della necessaria attenzione da parte della politica. Prova di quanto affermato è stato il duro lavoro di informazione e confronto portato avanti dal nostro comitato in modo pubblico e trasparente che ha condotto il consiglio regionale lucano ad esprimersi più volte all’unanimità sulle nostre proposte di chiaro ed innegabile buon senso, di facile attuazione ed equilibrio, che hanno portato infine, a fine maggio, alla trasformazione in norma di legge (di cui Bardi è stato il primo firmatario ed approvata all’unanimità) di una nostra proposta tesa a velocizzare e a razionalizzare l’uso delle risorse disponibili per ridurre le liste di attesa (anche se più che liste di attesa dovrebbero essere definite più correttamente “ritardi nelle diagnosi e nelle cure”), attraverso un non più rimandabile censimento dei fabbisogni sanitari e un conseguente uso più efficace, ed economicamente ponderato, delle risorse a disposizione per soddisfarli”.

Per Cataldi si tratta di “un obiettivo ispirato anche dalle Sue parole e dalle sue linee di indirizzo ed attività, oltre che dal personale senso civico e di umanità di chi, ogni giorno, tocca con mano le sofferenze e i disagi delle persone che non trovano adeguata risposta dal SSR, soprattutto a causa delle liste di attesa. Ogni giorno di ritardo nel risolvere il problema delle liste di attesa è un giorno in più di sofferenze per tante persone; ed è una questione che non ammette la possibilità di girarsi dall’altra parte, perché dovrebbe essere ben chiaro “a tutti” che stiamo parlando di persone e non di numeri”.

“Non aver quindi utilizzato tutte le risorse disponibili per quantomeno rallentare l’esponenziale aumento delle liste di attesa - sottolinea Cataldi - significa non solo che i rappresentanti e servitori dello Stato non hanno svolto con la dovuta perizia il proprio lavoro, ma, e soprattutto, che ci sono delle persone il cui diritto costituzionale alla salute è stato negato, conducendo ad esiti che nessuno vorrebbe sperimentare sulla propria pelle.

Non ci sorprendono, purtroppo, le sue risposte in occasione del recentissimo question time che, sia come cittadini che come Unità di Crisi, condividiamo pienamente. Non ci sorprendono in quanto conosciamo bene la realtà della sanità regionale, in particolar modo della nostra Basilicata e sperimentiamo ogni giorno il paradosso di una situazione in cui le liste di attese aumentano e non vengono utilizzate tutte le risorse a disposizione per contrastarle, nello specifico ci riferiamo soprattutto alle risorse extra stanziate al Suo lavoro di Ministro. Plaudiamo quindi a quanto fatto fin qui e la sproniamo ad andare avanti, soprattutto in merito all’approfondimento dei motivi dei ritardi delle regioni nell’utilizzare i fondi e come sono stati impiegati e con quali risultati.

Concludo, per non abusare della sua attenzione, per quanto ci piacerebbe approfondire e raccontare i tantissimi aspetti di questa assurda vicenda che ha generato l’attuale crisi sanitaria in Basilicata e che ci vede coinvolti come operatori della sanità pubblica accreditata. Del resto la stampa ha dato ampia copertura della vicenda non solo a livello regionale, sottolineando un aspetto specifico e che si collega direttamente alle sue ultime parole inerenti alla questione delle liste di attesa. Ebbene, la norma, da noi fortemente voluta e contenuta nella legge di bilancio regionale, imponeva come termine il 15 giugno per impiegare le risorse stanziate dal governo nazionale, ma ancora a tutto ciò non è stata data attuazione. In estrema sintesi, di fronte al fenomeno nefasto delle liste di attesa, viviamo il paradosso nella nostra regione di avere le risorse a disposizione, di avere una legge che ne stabilisce la necessità di utilizzarli velocemente, di avere le risorse umane e strutturali per rendere tutto ciò operativo, ma inspiegabilmente è tutto bloccato e nessuno ne conosce il motivo. Più tempo passerà e più sarà difficile poi poter effettivamente utilizzare tali risorse, avere il tempo materiale per recuperare i ritardi, ma soprattutto più tempo passa e più i pazienti sono in balia del destino.

La ringrazio vivamente, a nome di tutta l’Unità di crisi sanitaria, per la Sua attenzione - conclude Cataldi - rinnovando l’appello ad intervenire il prima possibile sulla questione”.