La politica ha altro a cui pensare? Intanto la burocrazia impera mentre le imprese affogano

L’opinione pubblica ha il diritto di sapere

Più di due mesi e mezzo da quando abbiamo lanciato l’allarme, due settimane da quando l’intero Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una legge che sblocca i pagamenti nei confronti delle imprese sanitarie in crisi per le prestazioni erogate ai cittadini e non pagate dalle ASL. Nonostante le rassicurazioni dell'assessore, che i pagamenti sarebbero arrivati in tempi estremamente rapidi, è ancora tutto com’era, anzi peggio.

Nel frattempo le strutture sanitarie accreditate, avendo dato fiducia agli impegni presi dalla politica, con responsabilità e con il rischio di peggiorare oltremodo la propria situazione economica, hanno proseguito ad erogare prestazioni per conto del SSN. Ma il tempo è passato inesorabilmente, i fornitori bussano alle porte, ci sono gli stipendi da pagare, le bollette e tutte le spese, i contributi da versare ai dipendenti che, se non pagati in tempo, faranno revocare il DURC con l’impossibilità di ricevere gli agognati pagamenti. Data la situazione nemmeno le banche prestano soccorso e le aziende, che rischiano di fallire per mano pubblica, ormai disperate, possono diventare facile preda degli usurai. Se ciò accade di chi sarebbe la colpa? Chi avrebbe portato a tale situazione assurda situazione? Di pari passo l’angoscia dei lavoratori è oltre ogni limite, sulla loro testa pende la spada di Damocle del licenziamento, oltre alla paura di decine di migliaia di cittadini che da un momento all’altro non sapranno più dove andare a curarsi.

Ma che sta succedendo? Dopo l’apposita legge da parte del Consiglio regionale, l’assessore Fanelli, che tanto si è speso per una sua rapida approvazione, era ormai certo di aver fornito chiare direttive e gli strumenti necessari alle AASSLL per procedere celermente ai pagamenti. Ma invece ancora niente, tutto tace, se non qualche laconica rappresentazione di un procedimento in corso che ci dice che al momento sta tutto nelle mani dell’AASSLL che, come se nulla fosse, non danno informazioni nei contenuti, se non alcune laconiche rassicurazioni di circostanza, senza fornire una tempistica certa a coloro che nel frattempo stanno rimanendo senz’aria. L’amministrazione pubblica a quanto pare non vuole far conoscere ai diretti interessati come sta procedendo, una mancanza di trasparenza inspiegabile e inaccettabile. Qualcuno potrebbe dire “Vi meravigliate? Siamo in Italia!”. Ebbene, forse non ci meravigliamo, soprattutto visto lo storyboard surreale di tutta questa vicenda, ma al tempo stesso non ci rassegniamo, non possiamo rassegnarci e continueremo ad indignarci, arrabbiarci e a chiedere trasparenza: ne va della nostra stessa dignità oltre che della sopravvivenza, oltre a quella di tutti i nostri lavoratori. Chiederemo e otterremo giustizia fino alla fine, costi quel che costi.

È come se in questo momento si fosse alla deriva in mezzo al mare, in procinto di affogare e ci fosse un’imbarcazione con tutto l’occorrente per salvarci: ma non lo fa; resta in attesa a guardare, con indifferenza, quasi che l’equipaggio si aspetta di essere implorato per svolgere il lavoro per cui è pagato. Non importa se noi moriremo, non importa se verranno persi posti di lavoro, non importa se avverrà un disastro sanitario. No, non gli importa. Forse ad un certo punto certe persone perdono del tutto il contatto con la realtà e con la propria umanità, o forse si sentono intoccabili (ma fino a quando e fino a che punto?).

Che ne sanno delle battaglie quotidiane che ogni giorno piccoli imprenditori, famiglie, pazienti senza santi in paradiso, devono affrontare, col rischio di non riuscire più a tornare dai propri cari, o di non trovare le risorse per poter sostentare la propria famiglia, per andare avanti e non affogare. Che ne sanno, loro.

Dopo i recenti fatti di cronaca giudiziaria che hanno riguardato la sanità lucana, probabilmente sarà necessario puntare i riflettori anche su altre anomalie che riguardano l’operato degli uffici regionali e delle aziende sanitarie locali. Come mai la Task Force regionale che è stata incaricata dal Consiglio regionale non divulga niente? Come mai determinati uffici stravolgono sistematicamente la volontà del legislatore verso altre direzioni? Come mai atti di mera attività amministrativa si trasformano in strumenti per rallentare ed affossare ogni volta soluzioni che salverebbero il diritto alla salute dei cittadini e il lavoro? Oppure, alcuni atti amministrativi non vengono compiuti? Quali sono questi uffici e presieduti da chi? È il momento che questi signori diano conto del loro operato, l’opinione pubblica ha il diritto di sapere.