L’ingenuità di un Presidente di Regione

Seconda parte di un racconto in 3 puntate

Un pasticcio, un complotto? Di sicuro una forzata montatura

Per un attimo, solo un istante. Proviamo ad immaginare che il presidente della nostra regione non abbia un nome, che non si chiami Vito Bardi. Che sia semplicemente il nostro presidente, di tutti. Proviamo a sognarlo, con il volto di uomo pulito, dallo sguardo leale che rivela di avere a cuore il bene dell’intera umanità, e quindi, di certo vuole bene anche ai i lucani. Immaginiamolo proprio così. Ci riusciamo? Bene. Allora possiamo proseguire nel racconto. Per chi si fosse persa la prima puntata (ndr “la confusione”) può trovarla qua: https://www.unitadicrisisanitariabasilicata.net/ultime-notizie/in-basilicata-1-1-fa-11-i-numeri-non-tornano.

Premessa. Esaminando chi vuole bene all’intera umanità, con i lucani al primo posto, è facile immaginare che il suo comportamento, il suo modo di vivere, sia ogni volta orientato a rincuorare i bisognosi, a dare speranza, soprattutto ai carenti di cure mediche, specie quando queste scarseggiano e l’amaro destino è inevitabile. Per un uomo così, spendere e spandere parole per un futuro migliore, in qualunque occasione, è un dovere morale. Offre un’alternativa ai sofferenti. Dobbiamo credere alla sua buona fede? Per il momento diciamo di sì. Al massimo possiamo segnalare un’eccessiva dose di ingenuità.

Intanto però, tra liste di attesa e mobilità sanitaria, il bene dei lucani è sempre più arduo incontrarlo sui nostri territori. Eppure, appena lo scorso maggio, l’intero Consiglio regionale, con il nostro presidente in testa come primo firmatario, aveva approvato una norma a dir poco salvifica. Le liste di attesa, ormai si sa, sono pericolosi ritardi nelle cure e la mobilità dei pazienti verso altre regioni (strettamente connessa) non è turismo sanitario! E allora, evviva la norma appena approvata! Un’altra occasione per il nostro presidente. Adesso può diffondere il verbo della speranza per curare migliaia di lucani e salvare decine di strutture sanitarie, anche queste lucane.

E invece? Dietro front! Oggi, il nostro presidente sarebbe “costretto” a “subire” il diktat del burocrate di turno del MEF (Ministero economia e finanze) in associazione con quello regionale (rispedito in Veneto, per il bene dell’etica e l’estetica a cui i lucani, si sa, tengono più che alla propria salute). A questi si sono aggiunti anche gli influencer locali, i fautori della confusione. C’è poco da esitare, è scritto sulla pietra. La norma salva-cure non s’ha da fare, sarebbe incostituzionale! Meno male, però, che c’è il nostro presidente a difendere il bene dei lucani. Del resto, ci ha messo la prima firma. Lui ha sempre pronte parole di gran conforto. Anche se “si è obbligato” col MEF a cancellare la norma salva-lucani, ha già detto che il suo impegno continua, nel futuro s’intende. E che, con il dialogo (sospeso certamente per le vacanze) si risolverà tutto.

Un pasticcio, un complotto? Di sicuro una forzata montatura. Visto che a luglio il Consiglio dei ministri ha addirittura deliberato di non impugnare la legge davanti alla Corte costituzionale e che pertanto non è più impugnabile. La norma salva-cure, quindi, è perfettamente vigente ed efficace. Sospiro di sollievo? Manco per idea. Il fine o, meglio, il risultato, dovrebbe essere quello di farla cancellare in casa nostra, da quello stesso Consiglio regionale che però l’ha voluta e votata all’unanimità. Ma come, i consiglieri regionali saranno d’accordo a rinnegare se stessi e con loro il bene dei lucani? Si confida proprio di no. E chi propone l’abrogazione, lui? Il primo firmatario? No, vedrete, non è possibile.

E poi, sicuramente il nostro presidente terrà fede agli impegni presi, non a quelli verso il MEF, si spera, ma a quelli assunti davanti a tutti per il bene di pazienti e strutture. Entrambe le categorie sono lucane e saranno da lui tenacemente difese. Bisognerà solo incoraggiarlo a ridurre un po' la sua facile ingenuità, soprattutto di fronte alle liste di attesa e al pericolo di un piano di rientro per la sanità lucana. Vedrete, non appena darà corso al dialogo, più volte da lui invocato, con l’Unità di crisi sanitaria e non con i fautori della confusione, basterà fargli notare dov’è la montatura che gli uffici e i confusionisti gli hanno propinato.

Sarà sufficiente far seguire i fatti alle sue parole. Con meno ingenuità, non cadrà nella trappola che i burocrati gli hanno teso. Perché il bene dei lucani, ora più che mai, prima dell’imminente campagna elettorale, ha un disperato bisogno di cose concrete per il proprio diritto alla salute, lui lo sa. Sulla sanità si vincono o si perdono le elezioni. Non sarà così ingenuo da non capirlo. Siamo certi che ritroverà l’unanimità con il Consiglio regionale, per l’attuazione, non per l’abrogazione della norma salva-cure. Noi, per il momento, non rinunceremo a credere alla sua naturale ingenuità. È in buona fede e, anche se le vie dell'inferno sono lastricate dalle migliori intenzioni, noi lo accompagneremo sulla retta via.

Buona continuazione di vacanza a tutti e appuntamento al prossimo capitolo III con “L’agenda delle forze politiche”.