Non c’è vita senza salute, questo è il titolo della campagna a sostegno delle strutture sanitarie accreditate

553.254 sono i cittadini residenti in Basilicata al 2019 per circa 300.000 famiglie e l’Unità di crisi sanitaria si prefigge di contattarle tutte con volantini a tappeto

Nei prossimi giorni, inizierà l’ennesima campagna di sensibilizzazione dell’Unità di Crisi Sanitaria Basilicata verso i cittadini lucani. Il motivo è presto detto ed è chiaro: chiedere al Presidente della Regione Bardi di compiere sino in fondo il proprio dovere istituzionale. Già in tante altre occasioni il comitato di crisi ha divulgato a gran voce la gravissima e drammatica situazione finanziaria in cui versano le strutture sanitarie accreditate e di conseguenza l’intera popolazione lucana per le gigantesche liste di attesa (ritardi nelle cure).

Tutte le organizzazioni di rappresentanza delle strutture (CICAS, ANISAP, ASPAT, FEDERBIOLOGI, FEDERLAB e Sanità Futura) hanno comunicato via pec, da diversi giorni, al Presidente Bardi, all’assessore Fanelli e alle Aziende sanitarie locali, che non possono più sostenere economicamente il mancato pagamento di tutte le prestazioni erogate nel 2022 e la totale assenza di programmazione per il 2023. Stessa cosa è stata fatta da ogni singola struttura con tanto di firma dei rispettivi legali rappresentanti, preannunciando che dal 1 gennaio non si potrà lavorare per il SSR perché economicamente insostenibile.

Tutte le associazioni di categoria, in modo inequivocabilmente unitario, hanno quindi richiesto di essere convocate con doverosa urgenza. Ma in risposta, non solo il Presidente Bardi non le ha ricevute, hanno dovuto apprendere da fugaci dichiarazioni dell’assessore Fanelli che non si sa se e dove reperire le risorse necessarie!

Da qui la decisione dell’Unità di crisi di mettere in campo ogni residua energia per informare l’opinione pubblica del dramma che si sta definitivamente consumando sulla vita stessa di strutture e pazienti. La campagna di comunicazione “Non c’è vita senza salute” avrà purtroppo come tema principale lo stop alle cure per i Lucani. Ma conterrà tanto altro: le migliaia di prestazioni annullate, le centinaia di posti di lavoro persi, le decine di imprese sane fallite per mano pubblica.

A partire da subito, in tutta la Basilicata saranno distribuiti 555 mila volantini quanti sono i cittadini lucani: simbolicamente uno per ogni cittadino residente nella nostra regione. Contestualmente, sarà affidato un manifesto ad ogni Sindaco per tutti i 131 comuni lucani, si aggiungeranno locandine per i medici di famiglia e le farmacie, oltre a cartelloni con lo stesso obiettivo. Si chiederà al pari il coinvolgimento delle associazioni dei pazienti, delle organizzazioni dei medici, dei sindacati, dei consiglieri regionali e dei parlamentari lucani.

Il messaggio sarà sempre lo stesso, molto chiaro e già dichiarato in più occasioni: dal primo gennaio del 2023, le strutture private non erogheranno più prestazioni in accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale. In tutta la Basilicata, le 51 strutture private presenti non accetteranno ogni genere di visita, esami e terapie con ricetta del SSN.

La campagna di informazione è molto articolata e farà sinergia con il mondo digitale dei social media. Con i volantini verrà richiesto ad ogni cittadino lucano di compiere un gesto via Whatsapp per cambiare in extremis le cose, per far sì che il Presidente Bardi dia seguito con una soluzione definitiva della grave vertenza in atto. Se fino ad oggi, il problema potrebbe non essere stato compreso da tutti, da qui a qualche giorno, tutti i lucani, purtroppo, lo conosceranno fino in fondo e dovranno subire a proprie spese il costo di una situazione che li riguarda molto più da vicino di quanto immaginino.

Con il blocco delle prestazioni del SSN chi non potrà permettersi di accedere a pagamento, sarà costretto di fatto a rinunciare a visite, esami diagnostici e terapie. Il diritto alla salute, sancito dalla nostra costituzione, in Basilicata sarà in pratica messo seriamente in discussione. È bene, quindi, che tutti abbiano consapevolezza di quello che avverrà.

Ci auguriamo che la grande iniziativa prevista riesca, con la forza di tutta la popolazione lucana, laddove le strutture sanitarie non sono riuscite: spingere il Governo regionale, responsabile della “cosa pubblica” a garantire fino in fondo il diritto alla salute.

L’Unità di Crisi farà appello anche alla stampa e alla testate giornalistiche affinché continuino ad informare tutti i cittadini su questa tragica e annunciata catastrofe sanitaria. La Basilicata sarà un caso unico tra le regioni d’Italia in cui l’intero comparto del privato accreditato sarà stato costretto a uscire dal Servizio Sanitario Nazionale, con conseguenze inimmaginabili sulla vita di ogni singolo lucano.