Liste di attesa e assistenza sanitaria: la Basilicata è ostaggio dell’assessore Fanelli

Alla gravità delle prestazioni negate si aggiungono i giochi di potere e la capacità di sorridere cinicamente davanti a tutto e a tutti. L’Unità di Crisi invita i consiglieri regionali ad una mozione di sfiducia per mettere la sanità lucana al riparo da chi vuole continuare a produrre danni e imbrogli quotidiani

Associazioni di pazienti, sindacati, lavoratori del comparto sanitario, strutture in crisi e pazienti dimenticati, tutti sono consapevoli che mai come in questo ultimo periodo la sanità lucana versa in condizioni pietose su tutti i fronti. Se prima non era l’età dell'oro, adesso (e il covid non può essere una scusante per tutto all’infinito) siamo arrivati ad una situazione davvero patetica.

Tutti i disservizi e i disagi che i pazienti e gli operatori del comparto sperimentano quotidianamente (e più tempo passa e più il peggio è senza limiti), non sono frutto di una maledizione ultraterrena o di una catastrofe naturale, ma la conseguenza di scelte solo apparentemente sconclusionate compiute sotto la diretta responsabilità (si potrebbe dire irresponsabilità) dell’assessore Fanelli, le cui azioni sono state fino a questo momento prive di qualsiasi logica ed hanno prodotto, questo sì, il disastro che è sotto agli occhi di tutti, in primis l’esponenziale peggioramento delle liste di attesa. 

Perfino oggi, nella drammatica situazione a cui siamo arrivati per sua mano, l’assessore Fanelli ha bellamente ignorato la volontà del Consiglio Regionale e, quel che è ancora peggio, ha calpestato la necessità di dare concrete risposte alle istanze delle strutture in crisi e dei pazienti dimenticati nelle liste di attesa. A chiacchiere (ovvero quando sono accesi i riflettori dell’opinione pubblica) Fanelli immancabilmente, di fronte a tutto questo, riesce perfino a dire di voler risolvere i problemi (problemi che egli stesso ha prodotto, in accordo strutturale con determinati uffici regionali), di volere il dialogo ecc. ecc. Sembrerebbe un gioco malvagio, creare problemi per poi far finta di risolverli.  I fatti, però, le sue azioni, smentiscono puntualmente le sue parole: da una parte, è evidente, i problemi non vengono creati, non risolti, ma solo ingarbugliati e procrastinati; dall’altra pretende di prendere in giro all’infinito cittadini e i consiglieri regionali, tutti come se tutti fossero degli stupidi. È un dato di fatto, non si può dialogare con chi fa finta di non sentire. Per questo i consiglieri, di fronte a tutto ciò, dovrebbero coerentemente proporre subito una mozione di sfiducia, almeno per evitare che il disastro continui senza limiti.

A due settimane (alla faccia dell’emergenza) dall’ultimo Consiglio regionale che già nasceva da una richiesta presentata ad agosto, a seguito di una di soluzione poi affossata trovata a maggio, che vedeva fondamento in dichiarazioni pubbliche dell’assessore fatte a gennaio, dopo che a novembre 2022 il consiglio aveva votato in modo unanime un ordine del giorno che cercava di mettere una pezza ad una situazione nata per sua diretta responsabilità ad agosto 2022, insomma dopo tutto ciò, oggi, dopo che il Consiglio regionale impegna la Giunta a emanare atti amministrativi urgenti, la giunta che fa? Propone due disegni di legge da riportare in Consiglio. Se non fosse realmente drammatico potremmo credere di guardare “oggi le comiche”. Il Consiglio incarica la Giunta e la Giunta incarica il Consiglio. In realtà arriva l’ennesima “boiata” da parte dell’assessore. Si ripropone il rischio di assistere nuovamente alla stessa manfrina: è pressoché sicuro che il Ministero delle finanze muoverà gli stessi rilievi per il pagamento di prestazioni extra budget. Nel frattempo, saranno passati minimo altri due mesi perché nessuno si prenderà la responsabilità di emanare atti amministrativi dovendone rispondere non solo al MeF ma anche alla Corte dei conti.   

Intanto le liste di attesa e l’assistenza sanitaria sono ostaggio dell’assessore Fanelli, per non citare sempre le strutture in crisi, non quelle che non lo sono. Nel merito, le prestazioni erogate dalle strutture nel 2022 non saranno mai più pagate. I fondi del milleproroghe per le liste d’attesa non saranno più impiegati che quindi potranno continuare a esplodere in tutta la Basilicata e qualcuno trova anche il coraggio (si potrebbe dire: una cinica faccia tosta) di plaudire, sorridere in qualche foto pubblica e perfino vendersela come una soluzione. Se poi la cosa non regge, nessun problema, si può ricominciare da capo.

Inutile prenderci in giro, l’iter per l’attuazione di quanto predisposto nei disegni di legge non consentirà di rendere operative a tempo debito le misure previste per le strutture accreditate. L’Unità di Crisi Sanitaria, quindi, prende atto della volontà della Giunta di non voler porre alcun rimedio e che la scelta di perseguire questa strada si traduce in un messaggio di abbandono e menefreghismo delle istituzioni nei confronti di lavoratori e pazienti. Diventa inequivocabile il fatto che Fanelli non abbia, come sempre, voluto fare nulla di buono. 

Per questo l’Unità di Crisi chiede una mozione di sfiducia pubblica dell’Assessore alla Salute e alle politiche della persona Francesco Fanelli, perché i danni che il suo assessorato ha prodotto fin qui alla Basilicata, alla sua popolazione e alla sanità regionale non sono più misurabili. Inoltre, al netto dei pochi mesi che lo separano dalla fine del suo mandato, l’auspicio è che non deve essere più in grado di continuare a danneggiare i pochi superstiti rimasti in vita. L’Unità di Crisi si affida a questa comunicazione per fare un appello a tutti i consiglieri regionali, di maggioranza e opposizione (perché i danni prodotti ai lucani non hanno colori politici) per ripristinare un minimo di decenza istituzionale e obbligare la Giunta regionale a emanare in fretta i provvedimenti amministrativi che il Consiglio le ha chiesto urgentemente di fare, rifiutando lo scarica barile.

Per questa ragione, l’Unità di Crisi, chiede anche l’intervento del Presidente della Regione Bardi, affinché, in un estremo e ormai ultimo tentativo di recupero di quello che sembra irrecuperabile, provi a risolvere in tempo la situazione con i soli e unici strumenti che sono sempre stati auspicati perché immediati ed operativi: gli atti amministrativi.

Non è più accettabile questo modo di agire che distrugge i piccoli centri accreditati, che offrono servizi soprattutto nelle zone più periferiche, per far posto evidentemente ad altro oppure aumentano le distorsioni nell’assegnazione di risorse pubbliche in assenza dei fabbisogni sanitari. Se c’è qualcuno che in questo momento plaude all’iniziativa della Giunta, ebbene quel qualcuno oggi ha gettato la maschera.