Sanità regionale: Michele Cataldi dell’Unità di Crisi ha portato soluzioni concrete all’incontro con l’assessore Fanelli

I problemi del privato accreditato si riflettono sull’intero SSR e le forze politiche di maggioranza e minoranza sono compatte nel riconoscere la gravità della situazione e la necessità di risolvere subito il problema. Ma Bardi che fine ha fatto?

Lo scorso mercoledì c’è stato un incontro in Regione tra l’assessore Fanelli, il direttore generale del dipartimento Sanità, i due direttori delle aziende sanitarie lucane e l’Unità di Crisi Sanitaria - Basilicata, rappresentata da Michele Cataldi.

Purtroppo l’incontro è stato solamente interlocutorio e, al momento, non ha portato nulla di concreto rispetto alla crisi del comparto del privato accreditato.

Il tema delle strutture sanitarie accreditate con il SSN è tornato alla ribalta nelle scorse settimane dopo una delibera, la 189, che è andata a paralizzare ancora di più un comparto già in grandissime difficoltà da mesi, a causa di una gestione politica ed amministrativa regionale che, fino ad oggi, è stata caratterizzata da promesse non mantenute e tagli delle risorse. Una situazione che, allo stato attuale, fa sì che le strutture sanitarie accreditate possano erogare i propri servizi ai cittadini muniti di ricetta del SSN mediamente solo 13 giorni al mese e che, inevitabilmente, farà allungare le liste di attesa. Un quadro disastroso che va ad aggravare ulteriormente la più generale crisi che colpisce la sanità lucana.

L’incontro dunque, è servito per un confronto diretto tra le parti interessate nel quale, per l’ennesima volta, Michele Cataldi ha sottolineato che all’interno dell’Unità di Crisi sono presenti strutture appartenenti in modo trasversale alle diverse associazioni di categoria, pertanto lo stupore e la delusione in merito ai contenuti della nuova delibera non può essere che unanime, in quanto si discosta completamente dalla proposta unitaria che le associazioni avevano fatto al Governo regionale prima dell’emanazione della 189. A febbraio, infatti, le associazioni di categoria avevano proposto in maniera univoca che per la definizione dei budget da assegnare provvisoriamente per i primi mesi del 2023 (in mancanza del censimento dei fabbisogni e del nuovo piano sanitario regionale) venissero prese in considerazioni quelle che erano state le richieste di prestazioni dei pazienti negli stessi mesi dell’anno precedente. Il tutto, in vista di un sistema programmato su più anni e basato sui fabbisogni sanitari dei territori.

Il risultato invece, come ormai noto, nonostante l’assessore avesse accolto a parole la proposta di febbraio delle associazioni, è stata una delibera che costituisce un ulteriore rallentamento ai danni delle strutture sanitarie accreditate e, soprattutto, ai danni dei cittadini lucani. 

Per questo Michele Cataldi, come prima punto, ha chiesto che la proposta unitaria delle associazioni venga effettivamente presa in considerazione come base di partenza per un percorso che porti non solo alla risoluzione dei problemi dei privati accreditati, ma che abbia come obiettivo finale quello molto più importante di “salvare la sanità lucana” e il diritto alla salute dei cittadini. La crisi delle strutture sanitarie accreditate è solo un parte interconnessa alla più grande crisi dell’intero comparto (dipendenti precari, carenza di medici, liste d’attesa, ecc). Per cui se si cominciassero a risolvere i singoli problemi, di fatto si andrebbe un pezzo alla volta a migliorare l’intero quadro del Servizio Sanitario Regionale.

Il secondo punto che il portavoce del comitato ha messo in esame di fronte a Fanelli, riguarda inevitabilmente le risorse finanziarie adeguate a fronteggiare il problema. Cataldi ha argomentato in maniera precisa come in realtà, ancora una volta e senza un motivo logico, anche quest’anno con la delibera 189 si siano sottratte preziose risorse ai servizi di specialistica ambulatoriale destinati ai cittadini, per dirottarle ad un’ospedalità privata che, di fatto, è da anni ormai inesistente nella nostra regione. Queste risorse che rimangono inutilizzate possono e devono quindi essere impiegate per le prestazioni di specialistica ambulatoriale.

Michele Cataldi ha voluto specificare che se la programmazione deve e dovrà essere oggetto di confronto tra l’assessore, le Asl e le associazioni di categoria, il reperimento di risorse è una preoccupazione prioritaria per le aziende che sono in piena emergenza.

Sulla gestione delle risorse, per questo motivo, l’Unità di Crisi ha proposto di predisporre un'iniziativa di legge con effetto immediato che il Governo dovrebbe subito realizzare per creare un quadro razionalizzato delle risorse disponibili per il sistema sanità. Proposta che è stata ben accetta da Fanelli al quale è stata data ancora una volta la possibilità di mantenere gli impegni presi nei confronti delle strutture sanitarie accreditate, i cittadini e i partiti che lo sostengono. È finito il tempo delle chiacchiere.

La nuova auspicabile e necessaria delibera pertanto, appoggiandosi su una legge atta ad individuare e a razionalizzare le risorse, rappresenterà un ulteriore passo per provare a costruire un percorso che porti fuori dalla crisi tutta la sanità lucana.

Ancora una volta, un nuovo incontro tra Unità di crisi e Regione si chiude con dei buoni propositi che però, fino a quando non diventeranno fatti concreti, rischiano di essere solo parole al vento, in un momento in cui però, mai come ora, tutti gli occhi sono puntati sulla vicenda. È evidente come tutto il mondo della politica e della società civile abbia preso posizioni chiare sulla sanità privata accreditata e sulla sanità lucana in generale, dalle opposizioni che hanno fatto da cassa di risonanza della questione, ai partiti di maggioranza che in più di un'occasione hanno espresso dissenso sull’operato del Governo su questa vicenda.

Per questo, per Cataldi “emerge una situazione dirimente ed allarmante". Se le due forze politiche presenti in Giunta (FDI e Lega) sono determinate alla risoluzione del problema, perché la Giunta va per conto proprio? C'è un cortocircuito poco comprensibile. “Nei fatti” - sottolinea ancora Cataldi - “sulla questione l'unico che manca all’appello è Bardi, il quale continua a stazionare in una zona di silenziosa assenza, esprimendo solo frasi di circostanza. È ancora il Presidente della Regione Basilicata, oppure no?”