Se non c’è una soluzione il popolo delle liste di attesa vuole il nome del colpevole. Non si può far finta di non aver capito

Vogliamo il nome di chi ha scritto i finti chiarimenti al Ministero

Le liste di attesa esplodono, la mobilità passiva aumenta di conseguenza fino a raggiungere vette mai toccate prima d’ora, per non parlare di un problema ancora più grave, ovvero delle persone che a causa di questa situazione rinunciano a curarsi, non essendoci alternative.

L’Unità di Crisi in oltre un anno ha proposto e collaborato costantemente con cittadini ed operatori del settore, proponendo numerose strade rapide e risolutive che la Giunta regionale e il presidente Bardi non hanno potuto (o voluto?) realizzare. Il tempo ormai è scaduto e, nonostante la soluzione fosse stata trovata dopo un duro lavoro e condivisa da tutte le forze politiche che l’avevano approvata all’unanimità, ad oggi risulta ancora inattuata. Stiamo assistendo in questi giorni ad un triste e grottesco teatrino della politica che cerca di prendere tempo quando ormai non c’è n’è più, quando l’insofferenza e le sofferenze dei cittadini sono arrivate al culmine e le vittime sono già tantissime.

L’impressione, ma ormai è molto di più di una semplice impressione, è che qualsiasi cosa si faccia si vada a sbattere sempre contro un muro di gomma, che ci sia qualcuno che senza scrupolo alcuno e nell'anonimato, sta creando scientemente tutta questa confusione, distruggendo puntualmente il lavoro di coloro che cercano di imboccare una via d’uscita. Se non si scopre quanto prima il colpevole, tutto quello che si cerca di costruire per ridare servizi ai cittadini e dignità alle persone, rischia impietosamente di fallire. Stanno emergendo sempre più indizi e adesso il popolo delle liste di attesa vuole  sapere chi ha scritto la ridicola lettera inviata al Ministero da cui è nato tutto questo. Una lettera  non firmata e senza un numero di protocollo. Partendo da qui si potrebbero scoprire delle cose interessanti.

Se non ci date la soluzione, ci date almeno il colpevole? Così da poterlo mettere nelle condizioni di non nuocere più?

Chi è stato? Perché la lettera era senza firma, senza data e senza numero di protocollo? Perché Bardi su una questione così spinosa, che rischia di far cadere il suo governo, invece di pretendere a gran voce chiarezza e trasparenza immediata sulla questione sta glissando? Si può far finta di niente?

Occorre che oltre alla società civile e alla stampa, anche i consiglieri, se non vogliono essere complici e corresponsabili di tutto ciò, chiedano a gran voce chi è il colpevole. Ci auguriamo che si sia trattata di mera imperizia, ma chiunque in questo momento non sente la necessità di fare luce sulla vicenda non mette i cittadini e la loro salute al primo posto. 

Partendo dunque dall’ormai acclarata debolezza di tale lettera al Ministero, dalla cui inconsistenza è nata la necessità di abrogare la norma salva-cure e salva-lucani, disattendendo gli impegni presi con i cittadini, urge riaprire il confronto col Ministero. Urge portare una vera difesa dell’articolo 10 che in men che non si dica sbloccherebbe la situazione, ripristinando le condizioni che permetterebbero di non avere più scusanti nel non applicare quanto stabilito.

Qui le vittime sono i lavoratori delle strutture sanitarie accreditate e i loro titolari che non riescono più a pagare gli stipendi e tutte le spese e che stanno fallendo a causa di tutta questa confusione. Nello scorso Consiglio regionale, che ha portato ad un totale e aberrante nulla di fatto, un titolare di struttura si è sentito male ed è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. L’Unità di Crisi esprime la propria vicinanza, così come a tutti i cittadini che in questo momento non sanno più dove sbattere la fronte.

30 anni fa i Litfiba pubblicarono l’album musicale “Terremoto” contenente la traccia “Dimmi il nome” in cui cantavano queste esatte parole “dentro i colpevoli e fuori i nomi!”. Facciamo nostra questa canzone e chiediamo a gran voce a tutti coloro che vogliono sapere la verità di unirsi al coro: vogliamo il nome di chi ha scritto la lettera! Ripetiamo, se non c’è la soluzione dateci il nome del colpevole.

Nei prossimi giorni, noi ci faremo carico ancora una volta di indicare l’unica soluzione con una nostra proposta, la renderemo pubblica e trasparente come sempre e chiederemo ad ogni singolo consigliere di firmarla. Vedremo tutti chi ha veramente a cuore i lucani e questa nostra Basilicata.