La crisi sanitaria è vera: il caso del Centro San Mauro di Irsina

Da circa 10 anni, il centro si è visto “tagliare” progressivamente il proprio tetto di spesa (che in realtà corrisponde ad un taglio alle prestazioni da erogare ai pazienti) in base a quale criterio non si sa

Irsina, centro della provincia di Matera con circa 5mila abitanti, ha una  sua pregevole storia in quanto è uno dei paesi più antichi della Basilicata. Come quasi tutti i comuni lucani, continua a soffrire lo spopolamento (nel 1961 aveva più di 11mila abitanti). Una comunità, quella irsinese, che di tutto avrebbe bisogno fuorché di perdere l’unico presidio di assistenza sanitaria riabilitativa esistente.

È in questo contesto, di vera e concreta assistenza territoriale (non quella sbandierata con gli annunci), che si inserisce il rischio di chiusura del centro “ San Mauro”, plasticamente rappresentativo della crisi sanitaria della quale si sta parlando ormai fino allo sfinimento.

La struttura  nasce circa vent’anni fa, da allora eroga servizi di assistenza riabilitativa per pazienti cronici (anziani, oncologici…) e con esiti di trauma e chirurgici. Da circa 10 anni si è visto “tagliare” progressivamente il proprio tetto di spesa (che in realtà corrisponde ad un taglio alle prestazioni da erogare ai pazienti) in base a quale criterio non si sa. Per Antonio Mussuto, che ne è l’amministratore, “se c’è stato un criterio, sicuramente non si è fondato sulle reali necessità delle persone e del territorio. I fabbisogni sanitari, infatti, non sono mai stati definiti – continua Mussuto - e come se non bastasse da agosto dell’anno scorso i provvedimenti regionali emanati hanno aggiunto ‘sul cotto, l’acqua bollita’ fino al punto che l’attività è divenuta economicamente e strutturalmente insostenibile.

Il nostro Centro – racconta – eroga basilari prestazioni sanitarie alla comunità di Irsina, ma anche a pazienti provenienti da Grottole, Tricarico, Grassano e, quando non c’era il tetto agli extra-regionali, venivano anche da Gravina, Altamura, Poggiorsini, dalla vicina Puglia. Insomma, vera e propria assistenza sanitaria territoriale. Siamo in 8 a lavorare – continua – ma oggi il famigerato tetto stabilito dalla Regione, non copre nemmeno i costi strutturali (il fitto, il commercialista, i materiali di consumo e così via) e gli stipendi che già stavano subendo ritardi, questo mese non si riusciranno a pagare”.

Antonio Mussuto, con il centro “San Mauro”, ha aderito subito all’Unità di crisi sanitaria Basilicata, si è rivolto al sindaco di Irsina, Nicola Morea (che è il responsabile ANCI per i servizi sociosanitari dei comuni del materano), ha rappresentato la gravissima situazione all’Azienda sanitaria di Matera, ai consiglieri regionali, alla politica tutta. Insomma, sta cercando disperatamente di fare tutto il possibile e anche l’impossibile! Gli Irsinesi hanno anche avviato una sottoscrizione pubblica per i servizi di logopedia da erogare principalmente a bambini.

Non si sa cos’altro fare. Possibile che non ci sia null’altro da fare? “Eppure – dice Mussuto – proprio in questi giorni si intravvede un’occasione, proprio con la proposta che l’Unità di crisi ha consegnato a tutti i consiglieri regionali. Un’occasione rapida e finalmente risolutiva, a costo zero ed effetto immediato. È una soluzione vera, per niente velleitaria ma rapidamente fattibile. L’occasione da cogliere è nel prossimo Consiglio regionale che si appresta ad approvare la legge di bilancio. Ecco perché – conclude Mussuto – la sopravvivenza del centro ‘ San Mauro’ è nelle mani di ogni singolo consigliere regionale a cui rivolgo a nome mio, degli operatori sanitari e dei cittadini irsinesi un disperato appello affinchè siano accantonati gli interessi di parte per preferire la salvezza dell’assistenza territoriale, facendo propria, presentando e votando la proposta dell’Unità di crisi sanitaria”.