Emergenza sanitaria e liste di attesa: l’Unità di Crisi ha la soluzione!

Rete ospedaliera, strutture accreditate, liste di attesa e mobilità sanitaria: Michele Cataldi (Unità di Crisi sanitaria) presenterà a Melfi una proposta risolutiva in occasione del Consiglio Comunale aperto dedicato alla Sanità

Il consiglio comunale aperto del 19 settembre, convocato nella cittadina federiciana, avrà il seguente oggetto “Ospedale di Melfi e rete territoriale socio sanitaria” e, in questo momento in particolare, quando si discute di organizzazione sanitaria, dei problemi dei cittadini e degli operatori del settore, non si può prescindere dal prendere in considerazione i temi delle liste di attesa, della mobilità passiva e della crisi delle strutture sanitarie accreditate, essendo evidentemente temi fra loro strettamente collegati.

Per questo, il consiglio comunale di Melfi, che si auspica vedrà la presenza del Presidente Bardi e dell’assessore Fanelli, è l’occasione giusta per presentare analisi e soluzioni serie e di ampio respiro, poiché non si può pensare di affrontare tali tematiche senza fare da spola fra il più ampio contesto regionale ed extraregionale in cui è inserito l’ospedale e le specificità del territorio su cui sorge, essendo tutte cose collegate fra loro e che si influenzano a vicenda. 

Il comitato “Unità di Crisi Sanitaria - Basilicata” ha dimostrato sin dalla sua nascita la sua precisa vocazione di costruire ponti, attraverso un dialogo istituzionale trasparente, per generare soluzioni concrete, attuabili e condivise, mettendo a disposizione la competenza e l’esperienza. Ha sempre avuto l’obiettivo di difendere il diritto alla salute dei cittadini e il Servizio Sanitario Regionale, attraverso la strada della razionalizzazione delle risorse economiche ed organizzative, il censimento dei fabbisogni sanitari e un’integrazione più smart delle strutture sanitarie accreditate lucane che, ormai da un anno, sono state gettate in una terribile crisi dalla mala gestio regionale. Crisi che, come prevedibile, e come è ormai sotto agli occhi di tutti, si è riverberata sull’intero servizio sanitario regionale, facendo aumentare come non mai le liste di attesa (ritardi nelle cure) e la mobilità sanitaria passiva (curarsi lontano).

Michele Cataldi, presidente portavoce dell’Unità di Crisi, in occasione del consiglio comunale di Melfi, lancerà pubblicamente dalla cittadina federiciana, le soluzioni immediatamente praticabili per l’intera sanità regionale, ad iniziare dalla crisi in atto che è figlia di troppa non curanza verso i bisogni dei cittadini e il lavoro degli operatori occupati a soddisfarli. 

“Con l’obiettivo di risolvere una volta per tutte la vertenza delle strutture sanitarie accreditate che ormai ha raggiunto vette parossistiche, abbiamo invece assistito all’ultimo grottesco capitolo andato in scena durante il recente Consiglio Regionale straordinario, convocato su questo unico problema e che incredibilmente, a porte chiuse, ha rinviato ogni decisione.”  

Da Melfi – spiega Michele Cataldi – partirà l’appello verso tutti i consiglieri regionali a sottoscrivere una proposta di risoluzione da presentare e votare nel prossimo Consiglio regionale. Del resto, il Sindaco Maglione aveva inviato a Bardi e ai consiglieri un accorato e sentito appello, affinché risolvessero questa lunga crisi, in quanto i cittadini di Melfi e dei comuni del territorio stanno pagando un caro prezzo in termini di liste di attesa e mancate cure. L’attuazione del diritto di ognuno a veder tutelata la salute è l’emergenza vera da risolvere con azioni immediate, oggi, adesso, non domani.  

La soluzione della vertenza delle strutture accreditate, solo apparentemente riguarda le imprese private. In realtà interessa il servizio pubblico tutt’intero. Gli ospedali pubblici e le strutture territoriali sono un tutt’uno per erogare le giuste cure ai cittadini pazienti. Sono cuore e polmone, l’uno senza l’altro non sopravvive, ed è proprio quello che sta accadendo sotto i nostri occhi. Oggi, adesso, c’è l’assoluta necessità di salvare e rilanciare l’ospedale di Melfi, baluardo imprescindibile per tutelare la salute dei cittadini dell’area del vulture-melfese ed alto bradano. Il suo depotenziamento è evidente a tutti gli abitanti della zona e a tutti i pazienti che hanno sempre beneficiato dei suoi servizi. Anno dopo anno, i numeri che lo riguardano vanno diminuendo. Da quello dei medici che ci lavorano a quello conseguente delle prestazioni e servizi che vengono erogate e garantite. E, purtroppo, le stesse difficoltà le hanno subite e continuano a subirle anche altri due poli dello stesso territorio, come l’Ospedale di Venosa e il Crob di Rionero in Vulture. C’è ormai un disperato bisogno di salvare l’intera organizzazione territoriale della sanità lucana!

“Inoltre, in un contesto ideale e virtuoso - continua Cataldi - se si vogliono davvero abbattere liste di attesa e l’emigrazione sanitaria, ci vuole connessione operativa e quotidiana tra ospedali pubblici e strutture poliambulatoriali accreditate. Proprio come quello che ci vorrebbe a Melfi tra l’ospedale San Giovanni di Dio e la Polimedica.

Una rete sanitaria territoriale che funzioni dovrebbe prevedere proprio che ci sia una forte sinergia tra strutture che non possono e non devono essere considerate ‘in concorrenza’ ma che, invece, dovrebbero lavorare insieme, con prestazioni sanitarie “connesse”. L’obiettivo dovrebbe essere quello di garantire al cittadino un servizio che parte dalla prestazione ambulatoriale e eventualmente approda al servizio ospedaliero. Un flusso di servizi interconnessi ed efficienti tra strutture dello stesso territorio a supporto dei pazienti”.

Il Vulture-Melfese-Alto Bradano - evidenzia Cataldi - per la sua ottimale posizione geograficamente strategica, potrebbe diventare “meta sanitaria” di tanti pazienti non lucani che vivono ai confini regionali e che magari hanno difficoltà a curarsi nei propri territori. Insomma, le prospettive teoricamente potrebbero esserci ma serve una incisiva programmazione e importanti azioni sostanziali. Per questo, le istituzioni hanno il dovere di focalizzare l’attenzione su questi punti cruciali, onde evitare la morte di interi territori”.

Ma tutto ciò potrà realizzarsi solo se si esce da questa crisi e da questa emergenza sanitaria. Se non si salva la vita delle strutture oggi, non ci sarà un domani per rimediare. Tutto sarà un disastro annunciato. Non si salverà l’ospedale di Melfi, né il Crob, nè il presidio di Venosa, e nemmeno la Polimedica.