Emergenza sanitaria: la rilevazione dell'Unità di Crisi sulle liste di attesa non lascia spazio a dubbi, bisogna agire subito

Massima disponibilità da parte dei presidenti delle 4 commissioni consiliari, presenti durante la presentazione dei dati

Sabato 27 maggio sono stati presentati pubblicamente i risultati della rilevazione sulle liste di attesa per le prestazioni di specialistica ambulatoriale definite "critiche" dal Pngla, il Piano nazionale per l’abbattimento liste di attesa.Purtroppo, come ci si poteva aspettare, non ci sono buone notizie ed è emersa una situazione molto preoccupante, con liste di attesa che vanno ben oltre i 30 e i 60 giorni previsti dalla legge. In alcuni casi addirittura non era disponibile nessuna data prenotabile e per molte di queste 69 importanti prestazioni (visite ed esami diagnostici) indicate dal PNGLA, le attese sono di oltre un anno. "Tutto ciò è sicuramente sconfortante" - sono le parole di Michele Cataldi, portavoce dell'Unità di Crisi - "È evidente l'assoluta necessità di agire subito e dare concreta attuazione alla legge da poco approvata in Consiglio Regionale, che rappresenta un primo passo per poter cercare di arginare la situazione".

In occasione della conferenza stampa erano presenti, oltre ai giornalisti e il portavoce dell'Unità di Crisi, i presidenti delle associazioni di categoria Giuseppe Demarzio (Sanità Futura) e Antonia Losacco (Aspat Basilicata), mentre, in collegamento web, sono intervenuti i presidenti delle quattro commissioni consiliari permanenti Dina Sileo, Piergiorgio Quarto, Luca Braia e Gianuario Aliandro.La rilevazione, è stato spiegato, è stata effettuata per testare in modo empirico le liste di attesa reali sulle 69 prestazioni di specialistica ambulatoriale indicate dal PNGLA, procedendo a contattare il Cup regionale della Basilicata per prenotare le varie prestazioni con codice di priorità breve, da eseguire entro 10 giorni, e differibile, entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici, che sono le situazioni più rappresentative delle richieste fatte dai pazienti, chiedendo la prima data disponibile e, in seconda battuta una seconda disponibilità, magari in una sede più vicina dove poterla effettuare. Alcune prestazioni, oltre ad avere tempi lunghissimi di accesso, spesso sono disponibili in un'unica sede regionale, obbligando di fatto i pazienti ad attraversare tutta la regione per poter accedere al servizio. “Le conclusioni chiedono responsabilità e hanno il sapore di una corsa contro il tempo – ha spiegato Cataldi - perché ogni giorno è utile per evitare conseguenze gravi alla salute”.

Come già testimoniato in altre occasioni, si tratta di una questione, quella delle liste di attesa, per la quale i presidenti delle quattro commissioni permanenti, Sileo, Quarto, Braia e Aliandro, già si sono spesi personalmente per trovare una soluzione e, anche in questa circostanza hanno dato la massima disponibilità ad affrontare la questione individuando percorsi, strumenti, modalità anche organizzative di intervento, sempre nell’ottica di più ampia cooperazione pubblico-privato che, attualmente, è l'unica strada immediatamente percorribile e che potrebbe tamponare in modo significativo una situazione ormai esplosiva. È questo un tema molto sentito, ovviamente, dalla cittadinanza che, attraverso i social e le associazioni dei pazienti, sempre più frequentemente porta all'attenzione le tristi vicende personali e la difficoltà di accedere ai servizi del SSR.

Al termine della conferenza stampa è nata una proposta operativa “Si istituisca un Tavolo formato dall’Unità di Crisi, artefice della proposta divenuta legge, dal presidente Bardi,  dai presidenti di commissione, dall’assessore alla Salute e dal direttore generale del Dipartimento, dalle ASL, per definire e seguire una road map con un crono-programma per la tempestiva attuazione della legge appena approvata”.Ogni giorno che passa la situazione è sempre più grave e sarà sempre più complicato far fronte ai ritardi accumulati dal SSR, per questo vi è un'estrema urgenza di intervenire.