Un messaggio da ogni consigliere regionale a Bardi per chiedere di tutelare la salute dei lucani

L’Unità di Crisi Sanitaria scrive via Whatsapp ai consiglieri e invia il volantino della campagna “Non c’è vita senza salute”

L’Unità di Crisi Sanitaria Basilicata ha inviato, prima della seduta del Consiglio regionale, un messaggio Whatsapp a tutti i consiglieri per allarmare nuovamente, questa volta in maniera diretta e personale, su quel che accadrà a far data dal 1° gennaio. Ricordiamo, infatti, che il nuovo anno inizierà davvero male: tutte le strutture accreditate della Basilicata non erogheranno più servizi e prestazioni in nome e per conto del Servizio Sanitario Nazionale, per insostenibilità economica.

Al messaggio inviato a tutti i membri del Consiglio regionale lucano, è stato allegato uno dei volantini che sono stati realizzati e stampati e che verranno distribuiti in tutti i comuni della Basilicata con l’obiettivo di far conoscere ad ogni singolo cittadino la drammatica situazione in cui inevitabilmente sono tutti coinvolti. In questi giorni, infatti, è partita una massiccia campagna di comunicazione che prevede la distribuzione di 555 mila volantini, tanti quanti i cittadini della regione. Contestualmente, ad ogni sindaco dei 131 comuni lucani è affidato un manifesto sul tema e sono stati predisposti locandine da apporre all’interno degli studi dei medici di famiglia e nelle farmacie e manifesti da affiggere nelle piazze e nelle strade. Inoltre, si chiederà a tutti di fare un gesto per cambiare le cose: inviare un messaggio al Presidente Bardi via Whatsapp il cui numero è riportato su tutti i volantini.

Ormai, è stato oltrepassato ogni livello di guardia - si legge nel messaggio ai consiglieri - e si è arrivati ad una duplice quota di incomprensibilità. Sono del tutto incomprensibili, infatti, la genesi e le ragioni di una tale assurda crisi ma sono ancora più assurde, se possibile, la totale inadeguatezza della gestione e la sconfinata indifferenza del governo regionale. Tutte le associazioni di categoria del privato accreditato di Basilicata, tutte, nessuna esclusa: Cicas, Anisap, Aspat Basilicata, Federbiologi, Federlab e Sanità Futura, hanno formalmente comunicato via pec al Presidente della Regione, all’Assessore alla Salute e alle Aziende sanitarie locali, l’uscita dal SSN a far data dal 1° gennaio 2023 per insostenibilità economica. Ribadiamo che nessuna struttura è stata pagata per i servizi erogati negli ultimi tre mesi del 2022 e che non c’è traccia di alcuna programmazione per il prossimo anno. In risposta a questa pec, il nulla più sconcertante. Stando così le cose, per il nuovo anno la Basilicata sarà l’unica tra le regioni d’Italia in cui l’intero comparto del privato accreditato viene sbattuto fuori dal SSN. Diverrà, purtroppo, un caso nazionale.

Il messaggio ai consiglieri non è tanto servito a descrivere le conseguenze incredibili che subirà l’intera comunità lucana, cosa fin troppo evidente: oltre alla crisi di tante aziende e alla perdita di centinaia di posti di lavoro, il danno maggiore sarà a discapito dei cittadini già alle prese con una sanità pubblica alle corde (liste di attesa infinite). È servito, invece, a richiedere un loro ennesimo intervento (non possiamo non evidenziare che ci sono stati ben tre atti del Consiglio Regionale approvati all’unanimità che hanno ufficialmente dato mandato alla Giunta per la risoluzione della vertenza).

Questo messaggio così diretto e personale ha avuto la funzione di appello a chi è a presidio della rappresentanza regionale: una sollecitazione fatta ad ogni consigliere affinché sia, fino in fondo, difensore del diritto alla salute e al lavoro dell’intera popolazione di Basilicata. Una richiesta ad unirsi ai 553.254 lucani, con un gesto che faccia cambiare le cose immediatamente. Un estremo tentativo di coinvolgere ogni consigliere affinché faccia sentire la sua autorevole voce a difesa e tutela di ogni cittadino di questa regione.